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19/09/2024

Usare termini semplici e chiari: come farlo nella comunicazione tecnica

Come bilanciare precisione e semplicità nella comunicazione tecnica, eliminando termini complessi superflui e mantenendo la chiarezza per i tuoi destinatari.

  • #linguaggio chiaro

Un principio della comunicazione chiara ed efficace è: usare termini semplici e che il destinatario conosce. Ma è possibile farlo anche in un tipo di comunicazione così specializzata come la comunicazione tecnica? E la linea di confine fra termini da usare e termini da evitare è netta e facile da individuare?

 

Usare termini semplici e chiari: come farlo nella comunicazione tecnica

Il proposito di usare sempre termini che il destinatario conosce è corretto. Non ci può essere comprensione e trasferimento di conoscenza se il lettore non capisce le parole che legge. Ma nel mondo della comunicazione tecnica come possiamo fare a meno delle parole “difficili”? I contenuti tecnici sono complessi e non possono fare a meno di termini tecnici per essere spiegati! Come possiamo ottenere semplicità e chiarezza senza perdere precisione e accuratezza tecnica? Bilanciare questi due aspetti è una sfida continua ma possiamo partire da alcuni punti solidi.

Prima di tutto possiamo usare una terminologia adatta ai destinatari della comunicazione solo se li conosciamo bene. Dobbiamo definirne un identikit preciso. Se riusciamo a fare ipotesi sufficientemente affidabili sulle loro competenze, aspettative, esperienze pregresse, livello di istruzione ecc., allora possiamo anche identificare una terminologia adatta e accessibile. Potremmo addirittura alzare l’asticella della complessità terminologica pur conservando trasparenza e leggibilità, se restiamo nella confort zone dei nostri destinatari.

In secondo luogo, possiamo fare una distinzione fra tecnicismi propri e tecnicismi collaterali. I tecnicismi propri sono le fondamenta terminologiche di un dominio tecnico specifico e sono termini davvero insostituibili. I tecnicismi collaterali invece sono solo termini inutilmente raffinati o complessi per cui però esiste un equivalente nel linguaggio comune perfettamente intercambiabile.

I tecnicismi propri, ce li dobbiamo tenere, possiamo stare tranquilli che i nostri interlocutori sono abbastanza esperti del dominio da conoscerli e saperli usare in modo corretto. Anzi, se provassimo a sostituirli con termini più semplici perderemmo precisione e scateneremo dubbi, ambiguità e probabilmente anche qualche risata. In un testo tecnico non avrebbe senso, ad esempio, sostituire il termine "algoritmo" con "complessi calcoli matematici".

I tecnicismi collaterali invece sono solo cattive abitudini. Una spolverata di inutile complessità su un argomento già di per sé complesso. Di questi possiamo e dobbiamo fare a meno. Dobbiamo coltivare più sane abitudini lessicali. Bastano pochi inutili termini “difficili” infilati qua e là per dare a un testo una reputazione di complessità esagerata. Il lavoro di un comunicatore tecnico è anche quello di prendersi cura della terminologia facendo scelte tecnicamente precise e accurate ma tenendo sempre in considerazione il punto di vista di un destinatario con caratteristiche e bisogni ben precisi.

Conclusione

La sfida nella comunicazione tecnica sta nel bilanciare precisione e semplicità. Conoscere i destinatari e saper distinguere tra tecnicismi necessari e termini complessi superflui è essenziale per creare testi chiari e accessibili senza sacrificare l’accuratezza tecnica. Se desideri approfondire queste competenze, i nostri corsi di Writec Academy, come Redazione tecnica Avanzata e i workshop sul Plain Language, sono perfetti per affinare le tue abilità e migliorare la tua comunicazione. Vuoi saperne di più? Contattaci ora. Ti aspettiamo! 

 

 

 

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